Torna la pasta da grani antichi, +250 volte in 20 anni

Con un balzo record di 250 volte in 20 anni tornano in tavola pasta, pane e anche pizze prodotte con gli antichi grani della tradizione italiana. Emerge da un’analisi Coldiretti presentata insieme alla Sis, la Società Italiana Sementi, che al compimento dei 70 anni ha vinto il bando del Crea, Centro per la ricerca della cerealicoltura di Foggia, ottenendo per 15 anni l’esclusiva della riproduzione e certificazione del grano duro “Senatore” Cappelli dalla semina fino alla tavola.

GUARDA IN ALTO IL VIDEO: Il Mulinum di S.Floro macina grani antichi

Con 1.000 ettari certificati coltivati nel 2016, il “Senatore” Cappelli è stato il grano duro antico più seminato in Italia con la produzione che ha raggiunto 2,5 milioni di chili nel 2017, praticamente raddoppiata rispetto all’anno precedente in controtendenza rispetto alle semine di grano duro diminuito in Italia dell’8% secondo le stime di Coldiretti su dati Crea. È stato l’impegno della Sis, la più grande società sementiera italiana, nell’attività di riproduzione e certificazione che nell’ultimo anno ha fatto scattare in alto la coltivazione e produzione dell’antico grano duro.

Il Senatore Cappelli ha più di 100 anni. Dopo essere arrivato a coprire più della metà della coltivazione di grano in Italia, dove ha rivoluzionato la produzione di pane e pasta, negli anni 60 ha iniziato a scomparire, tanto che venti anni fa nel 1996 la produzione era scesa a meno di 10mila chili. A riportare oggi sul mercato la storica varietà di grano duro sono state le grandi qualità nutrizionali, grazie anche al contenuto di glutine più basso rispetto ad altri grani duri, pur mantenendo una quota proteica alta rispetto ai grani concorrenti.

“Nell’ambito delle celebrazioni dei 70 anni della Sis, abbiamo voluto il ritorno del ‘Senatore’ Cappelli – ha detto il presidente di Sis e vicepresidente nazionale di Coldiretti, Mauro Tonello – perché riteniamo importante la salvaguardia dei semi antichi non certo per una questione di archeologia genetica, ma perché la qualità di questo grano trova ancora oggi il consenso dei consumatori che invece rifiutano produzioni che derivano da semi di organismi geneticamente modificati”. “La Società Italiana Sementi – ha detto il direttore generale di Sis, Mario Conti – da 70 anni seleziona semi che hanno fatto la storia del made in Italy. Ci siamo assunti l’onere e l’onore di certificare la produzione di grano duro ‘Senatore’ Cappelli che con le sue caratteristiche genetiche si sta rivelando adatto alle nuove esigenze di coltivazione con elevati standard organolettici che rispondono alla domanda di buona e sana alimentazione”. (Fonte)

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