Un gruppo di ricercatori del Cancer Research UK Beatson Institute e dell’Università di Glasgow (Regno Unito) ha scoperto che l’efficacia della chemio e della radioterapia potrebbe essere aumentata grazie a una dieta priva di due aminoacidi non essenziali per le cellule sane (la serina e la glicina) di cui le cellule tumorali hanno invece molto più bisogno.
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I risultati dei loro studi – condotti sui topi e pubblicati sulla rivista Nature – dovranno essere confermati attraverso studi clinici mirati a verificare la fattibilità e la sicurezza di un approccio di questo tipo quando utilizzato come coadiuvante nelle terapie contro i tumori.
Lo studio ha dimostrato che un’alimentazione priva di serina e di glicina rende le cellule tumorali più sensibili alle specie reattive dell’ossigeno, molecole prodotte sia durante la chemioterapia sia durante la radioterapia. “Le nostre scoperte – spiega Oliver Maddocks, primo nome dello studio – suggeriscono che in futuro per alcuni pazienti oncologici la limitazione del consumo di specifici aminoacidi attraverso un programma alimentare controllato potrebbe essere una parte in più del trattamento che aiuti a rendere più efficaci altre terapie”. Fra i tumori contro cui un approccio di questo tipo potrebbe risultare utile sono inclusi i linfomi e le neoplasie intestinali. Purtroppo, invece, nei casi in cui il cancro è associato all’attivazione del gene Kras le cellule tumorali riescono a produrre serina e glicina; per questo nel caso di altri tumori – come molti di quelli che colpiscono il pancreas – questo approccio potrebbe essere meno efficace. “Dovremo capire quali pazienti potrebbero trarne più benefici”, spiega quindi Emma Smith, esperta di Cancer Reserach UK. (FONTE)
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