Anche chi non fosse un esperto di biochimica e di fisiologia può intuire che il nostro organismo funziona seguendo dei ritmi costanti a cui abbiamo dato il nome di bioritmi. Il nostro cervello per esempio è dotato di veri e propri pacemaker ossia di sofisticati meccanismi preposti al controllo della cadenza ritmica delle funzioni biologiche. Le nostre cellule posseggono anche loro dei “temporizzatori” capaci di dare ritmo ai processi di sintesi e di riparazione.
Quello della sincronizzazione delle funzioni biologiche è un argomento molto affascinante e ancora solo parzialmente conosciuto. È probabilmente grazie a questi meccanismi che alcuni di noi sono in grado di decidere esattamente l’ora in cui apriranno gli occhi senza dover mettere l’allarme della sveglia.
Se fosse possibile percepire il suono che fanno i nostri pacemaker endogeni quando siamo perfettamente sincronizzati ne deriverebbe di certo una musica bellissima. Ma cosa succede al nostro organismo quando non viaggiamo più a ritmo di musica?
Tra i vari bioritmi quello più noto è il ritmo circadiano (di 24 ore) che alterna una fase simpaticotonica (veglia) ad una vagotonica (sonno). Di giorno mentre siamo impegnati nei nostri mille lavori il nostro organismo ci sostiene attivando il sistema nervoso adrenergico: siamo vigili e reattivi ed il ritmo cardiaco è leggermente accelerato. Di notte invece dovremmo dare spazio alle funzioni di riparazione e di rigenerazione mandando il motore al minimo grazie al prevalere del sistema nervoso parasimpatico.
Ma cosa succede se decidiamo di stare alzati fino alle tre di notte tenendo il sistema nervoso simpatico in modalità “on” mentre siamo alle prese con un giochino elettronico? È quello che succede a tanti adolescenti. Nel 2013 alcuni scienziati inglesi hanno scoperto che una settimana di privazione del sonno è in grado di alterare il funzionamento di 711 geni, alcuni dei quali hanno a che fare con stress, infiammazione, immunità e metabolismo (C. S. Möller-Level et al. Effects of insufficient sleep on circadian rhythmicity and expression amplitude of the human blood trascriptome. In “Proceedings of the National Academy of Science” CX, 12, 19 marzo 2013, pagine E1132-41).
Stando alzati fino a tardi la fame aumenta e aumenta sensibilmente il desiderio per i dolci. Il cervello, deprivato della sua fase di rigenerazione, richiede più zucchero per poter rimanere in attività. Se gli zuccheri non arrivano sotto forma di un pacchetto di biscotti o di una vaschetta di gelato ci pensa il sistema nervoso simpatico che spinge il fegato a fabbricarli da sé a partire ad esempio dalle proteine muscolari. Una valanga di zuccheri entra in circolo per dare sostegno al cervello chiamato a fare gli straordinari ma gli zuccheri non utilizzati dal cervello verranno convertiti in grasso di riserva.
Conclusione? Muscoli sempre più atrofici e addome grasso sono le stigmate di chi non dorme la notte! E allora cosa fare?
Gli esperti parlano di “igiene del sonno” riferendosi con questo termine alle abitudini che possiamo adottare per garantirci ogni notte un sano riposo. Qui di seguito potete trovare un utile elenco.
Buon sonno a tutti!
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