Stare a ‘dieta perenne’ allunga davvero la vita? Dopo i dati contraddittori emersi finora dagli studi in materia, adesso gli scienziati sembrano essersi messi d’accordo. Almeno sui macachi l’effetto longevità ci sarebbe. Una lunga ricerca condotta sui primati ha infatti dimostrato che la restrizione calorica fa vivere le scimmie circa 3 anni in più rispetto al normale, il che si tradurrebbe in circa 9 anni nelle persone.
Una dieta così rigorosa potrebbe non essere per tutti, osservano gli esperti, ma la comprensione dei meccanismi alla base di tutti i benefici della restrizione calorica potrebbe un giorno portare a farmaci anti-invecchiamento, spiega Julie Mattison delNational Institute on Aging-Nia di Baltimora nel Maryland (Usa). “L’obiettivo – precisa – è quello di migliorare la salute umana”.
Diverse ricerche hanno evidenziato che la restrizione calorica estende la durata della vita per gli organismi di laboratorio, dal lievito ai vermi, dalle mosche ai topi. Osservazioni che hanno spinto diverse persone a scegliere di limitare le calorie assunte giornalmente. Ma non è chiaro se l’approccio possa davvero rendere più longevi animali a lunga vita come l’uomo. E due studi sulla restrizione calorica nei macachi – che vivono circa 26 anni in cattività – avevano finora prodotto risultati contrastanti.
I trial sono stati avviati a fine anni ’80 e ancora oggi non tutti gli esemplari arruolati sono morti. Tuttavia, se da un lato uno dei due gruppi, di base all’Università americana del Wisconsin, riportava di aver osservato che le scimmie con una dieta ristretta vivevano effettivamente più a lungo rispetto al gruppo di controllo, dall’altro il secondo studio gestito dal Nia non rilevava alcuna differenza nei tassi di sopravvivenza degli animali coinvolti, mettendo in dubbio l’intera premessa.
Ora, però, le squadre hanno confrontato i loro risultati più recenti e hanno concluso che il trial con i risultati positivi è quello affidabile. L’altro aveva invece dei problemi e, nonostante tutto, 4 delle scimmie che hanno iniziato la restrizione calorica da adulte hanno vissuto per più di 40 anni, battendo ogni record.
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Nello studio del Wisconsin, invece, gli animali con dieta ipocalorica vivevano significativamente più a lungo rispetto ai controlli: i maschi circa 2 anni in più, le femmine circa 6. Anche i tassi di malattie cardiache e cancro sono risultati più bassi. Si tratta delle principali cause di morte nelle persone, a sostegno dell’ipotesi che i risultati si potrebbero applicare anche agli esseri umani, spiega il ricercatore italiano Luigi Fontana, dell’università degli Studi di Brescia, citato dal ‘New Scientist’.
Sembra però che alcuni ‘seguaci’ della restrizione calorica siano delusi dai risultati ottenuti sulle scimmie rispetto a quelli osservati sui topi, che hanno vissuto fino al 50% più a lungo della norma. A spiegarlo è Brian Delaney, presidente della Calorie Restriction Society, organizzazione che sostiene questa pratica nelle persone. “Ne vale la pena?”, è la domanda. “La mia scelta è di farlo – risponde Delaney – Ma io sono talmente abituato alla dieta che in realtà non è più molto difficile per me” seguirla. Delaney ha praticato la restrizione calorica per 24 anni. E’ un regime alimentare impegnativo che prevede la pianificazione di ogni pasto con precisione e, spiegano gli esperti, non è scevro da effetti collaterali che possono includere sensazione di freddo e libido ridotta. (Fonte)
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