Nutri-score come sistema di etichettatura: si o no?

É di poco tempo fa la dichiarazione del Ministro Di Maio sulla decisione del governo italiano di non aderire alla proposta legislativa europea sull’armonizzazione dei sistemi di etichettatura, preferendo elaborare una proposta nazionale che tuteli gli interessi di ogni singola produzione delle filiere agro-alimentari; ma facciamo un passo indietro.

Cos’è l’etichettatura Nutri-score

L’etichettatura Nutri-score, o  a semaforo, è un sistema di etichettatura di prodotti alimentari sviluppato in Francia e pensato per identificare in modo semplice e immediato i valori nutrizionali di un prodotto attraverso l’utilizzo che unisce una scala cromatica (dal verde al rosso) ad una scala alfabetica che parte dalla lettera A fino alla E. 

Questo modello è stato studiato per consentire al consumatore un facile accesso ai diversi prodotti in relazione alla salute pubblica, permettendo così un immediato riconoscimento dei cibi definiti “sani”, utili alla riduzione di malattie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, diabete, cancro, ecc. ) in costante crescita. 

Non è così semplice

Certamente qualche critica è lecito porla. Il governo italiano non è d’accordo sull’eccessiva semplificazione delle informazioni nutrizionali, in quanto vanno a penalizzare alcuni prodotti italiani d’eccellenza anche sul piano salutare. Ad esempio il nostro olio extravergine di oliva è nettamente sfavorito per il suo alto contenuto di grassi (nonostante ritenuti grassi di alto valore biologico), identificandolo così come un prodotto non sano (tra l’altro questo modello non è in grado di distinguere la differente qualità dei grassi), mentre a confronto, verrebbero privilegiate le bevande zuccherate.

Insomma, questa modalità non sarebbe né più né meno che un’opinione o un giudizio insufficiente sul piano dell’informazione scientifica, in quanto creata proprio per la salute pubblica.

Ma leggiamo le parole del Ministro Di Maio:

“Nella strategia “Farm to Fork” la strategia europea ha annunciato l’intenzione di presentare entro  fine 2022 una proposta legislativa di armonizzazione a livello europeo di questi sistemi di etichettatura. Diversi stati membri, in realtà, hanno da tempo adottato sistemi di etichettatura a carattere volontario i cui effetti sulla commercializzazione dei prodotti alimentari si sono fin da subito dimostrati molto consistenti. La nostra posizione al riguardo è molto chiara. L’Italia è contraria all’adozione di meccanismi fondati sui così detti semafori alimentari, come il sistema nutri-score, poichè ispirati ad una logica semplicistica e priva di chiari fondamenti scientifici. Questi sistemi infatti mirano ad influenzare le scelte dei consumatori mediante l’espressione di giudizi sintetici e di facile lettura sulla qualità nutrizionale dei singoli alimenti,  sottoponendoli di fatto ad una classificazione arbitraria. Ad esempio, ad alimenti naturali come il latte, potrebbero essere associati, a causa degli algoritmi dei sistemi di tipo semaforico, punteggi peggiori delle bibite gasate in lattina senza zucchero. Abbiamo perciò ritenuto essenziale elaborare una proposta nazionale di sistema di etichettature nutrizionali alternativa ai meccanismi di tipo semaforico e allo stesso tempo coerente con l’attuale legislazione europea in materia. L’obiettivo è quello di salvaguardare gli interessi di ogni  singola produzione delle filiere agro-alimentari europee e di tutelare l’esportazione delle eccellenze alimentari che beneficiano di denominazioni di qualità come i marchi IGP e DOP, le quali  potrebbero trovarsi ingiustamente penalizzate dall’adozione di sistemi di etichettatura fondati su algoritmi svantaggiosi e di cui non è chiara la fondatezza scientifica”.

Siamo d’accordo?

Premesso che sicuramente potrebbe non essere un modello adottabile dalla nostra nazione, e su questo punto potremmo essere anche d’accordo, la prima cosa che salta all’occhio è la differente visione sulla necessità di un’etichettatura consona ad interpretare l’impatto della salute pubblica, contro una visione che pensa unicamente alla tutela degli interessi dei produttori.

Abbiamo pensato di intervistare la Prof.ssa Filomena Maggino, presidente del nostro comitato scientifico e già presidente di “Cabina di Regia Benessere Italia”, organismo nato proprio per coordinare le politiche e le iniziative del Governo italiano nell’ambito degli impegni sottoscritti dall’Italia per l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, ivi compresa la salute dei cittadini.  

PAT: Prof.ssa Maggino cosa ne pensa del nutri-score come punto di riferimento per comprendere la qualità di un cibo sano e quindi poterlo scegliere?

Filomena Maggino: Non conosco tutti i dettagli di tale strumento, ma l’approccio adottato per definirlo mi rende perplessa. Per quanto so, si basa su un’idea quantitativa della misurazione delle caratteristiche dei cibo (calorie o poco più) ignorando completamente quelle caratteristiche che rendono un particolare cibo di qualità o meno, e senza considerare l’uso che se ne fa. Un esempio spesso citato dell’applicazione di questo strumento è quello che classifica olio d’oliva come particolarmente pericoloso (per il suo alto apporto calorico) senza minimamente considerare le proprietà benefiche di tale alimento.

In altre parole, in questo approccio si riproduce quanto fatto in altri settori nei quali si è privilegiato l’aspetto quantitativo a scapito di quello qualitativo. Si pensi al PIL per valutare il benessere di un paese, un indicatore che, utilizzato anche per prendere decisioni a livello di governo, ha nel tempo prodotto solo disastri.

PAT: l’Italia ha detto no al nutri-score attraverso un comunicato del Ministro Luigi di Maio, in quanto il sistema semaforico è ispirato ad una logica algoritmica priva di fondamento scientifico. E fino a qui forse è anche un pensiero condivisibile. Il ministro prosegue comunicando che  l’Italia elaborerà un sistema nazionale, in quanto bisogna salvaguardare gli interessi delle produzioni,  tutelare i marchi IGP e DOP, tutelare le esportazioni delle eccellenze alimentari, ma non si fa parola sulla tutela della salute degli italiani, ragione per cui è invece nata l’etichettatura a semaforo.

Filomena Maggino: Credo che sia giusto criticare il nutri-score e bene ha fatto il Ministro a farlo. Forse il miglior modo per rispondere a tale approccio sia quello di insistere sulle best practice e quindi su un approccio che privilegi la qualità dei prodotti, la loro corretta combinazione, la loro corretta preparazione e il loro adeguamento alla vita delle persone e alla prevenzione delle malattie.

PAT: Vede possibile l’attuazione di progetti nei quali la tutela della salute del cittadino possa finalmente venire prima dell’industria alimentare?

Filomena Maggino: La questione è proprio questa, mettere al centro la salute dei cittadini e adeguare in questa prospettiva tutta la filiera. Penso che sia assolutamente possibile promuovere e avviare progetti in questa direzione. Penso anzi che i tempi siano maturi per avviare vere e proprie politiche sistemiche sul cibo che inneschino quei meccanismi che giungano a produrre benessere e salute per tutti, sia per il produttore, che per l’ambiente, che per il paesaggio, che i cittadini.

 

Grazie Professoressa Maggino per la sua disponibilità.
Prevenzione a Tavola

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