Integratori, cosa sono e a cosa servono

Chi non ha mai preso un integratore? I dati parlano chiaro, Ogni anno spendiamo più di 3,2 miliardi di euro, e l’Italia è al primo posto come quota del mercato europeo (23%), segue la Germania (13%), Francia (9%) e Regno Unito (8%). Tradotto in numeri, gli italiani che fanno uso di integratori alimentari sono 32 milioni, di cui 18 milioni ne fanno un consumo quotidiano.

Spesso si approda all’utilizzo dell’integratore  come alternativa al farmaco, ma, la distinzione  tra integratore e farmaco, si basa sulle differenti finalità d’uso:

  1. gli integratori sono promotori della salute che si rivolgono a persone in buono stato di salute;
  2. I farmaci sono strumenti di cura rivolti a persone ammalate.

Nell’UE gli integratori alimentari sono disciplinati come gli alimenti, e il nostro Ministero della Salute li definisce come: “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.

Il loro utilizzo è consigliato in caso di:

  • carenza di alcune sostanze (causata da alimentazione non corretta o momenti particolari della vita come gravidanza o menopausa);
  • mantenere un adeguato apporto di alcuni nutrienti o coadiuvare specifiche funzioni fisiologiche;
  • aumentare fabbisogno di alcuni nutrienti (come ad esempio nella pratica sportiva intensa).

Esistono in commercio molti tipi di integratori, diversificati a seconda delle necessità, solitamente presentati in capsule, compresse, bustine, flaconcini e simili.

Dal 2007, con il decreto Bersani, la vendita è possibile, oltre che nelle farmacie, nei supermercati e nelle parafarmacie, ma anche nelle palestre e nelle profumerie. I principali integratori alimentari sono:

  1. Fermenti lattici probiotici e prebiotici
  2. Integratori salini
  3. Integratori vitaminici e multivitaminici
  4. Integratori per il benessere gastrointestinale
  5. Tonici ed energetici
  6. Per il controllo del peso
  7. Integratori per il benessere cardiovascolare
  8. Integratori per capelli
  9. Per favorire il sonno e il tono dell’umore
  10. Integratori per le difese immunitarie
  11. Integratori per il benessere di ossa e cartilagini
  12. E molti altri ancora

DIFFERENZA TRA INTEGRATORI E FARMACI

Dobbiamo fare una importante distinzione tra integratori e farmaci, in quanto, questi ultimi,  non  esercitano un’azione farmacologica, immunologica o metabolica, e quindi, il loro uso, non ha lo scopo di trattare o prevenire malattie nell’uomo, o di modificarne le funzioni fisiologiche.

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UN FILO SOTTILE

Traendo ispirazione dalle piante, l’industria farmaceutica, ha isolato e identificato migliaia di molecole, riuscendo poi a ottenerle in laboratorio (molecole di sintesi) e a farne delle medicine. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il principio attivo del 25% dei farmaci di sintesi in commercio, deriva da piante. Anche i potenti chemioterapici, utilizzati nella cura dei tumori, derivano in realtà da piante, come ad esempio la pianta del Taxus, da cui deriva uno dei più potenti ed efficaci farmaci utilizzati per la cura dei tumori.

L’ITER E’ LUNGO

Ogni farmaco prima di essere autorizzato alla commercializzazione è sottoposto ad una lunga serie di studi, condotti dapprima   “in vitro” (provetta), successivamente “in vivo” (sperimentazione pre-clinica su animali) e infine sull’uomo (sperimentazioni cliniche di fase I, II, III) al fine di verificarne sicurezza ed efficacia.

Poiché queste sperimentazioni sono condotte su numeri esigui di persone rispetto alla dimensione della popolazione generale che utilizzerà i farmaci, successivamente alla loro immissione sul mercato, saranno verificati ulteriori studi denominati di fase IV o di post marketing; questo per rilevare eventuali modificazioni nella loro efficacia e sicurezza. L’intero processo, solitamente, copre un arco temporale di 10-12 anni con dei costi importanti. Solo uno ogni 5000 composti testati arriverà sui banchi delle farmacie, e solo 1/3 di questi conquisterà fette di mercato tali da ripagare l’investimento necessario per svilupparlo.

UNA STRADA Più VELOCE

L’immissione in commercio di un integratore alimentare,  deve essere preceduta solamente da una notifica rivolta al Ministero della Salute, il quale ne valuta la conformità in relazione alla normativa in vigore.

Gli integratori alimentari che superano tale procedura di verifica, sono inclusi in un Registro degli Integratori consultabile nel portale del Ministero della Salute  con uno specifico codice che può essere riportato in etichetta.

Il Ministero ha inoltre emanato delle Linee Guida Ministeriali  che contengono disposizioni applicabili ad alcune categorie di integratori alimentari (es: fermenti lattici, livelli di vitamine e minerali).

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MA FUNZIONANO?

Secondo uno studio pubblicato dalla rivista il Salvagente, molti integratori non vengono assimilati dall’organismo, quindi la biodisponibilità, ovvero la capacità del nostro organismo di assorbirne il principio attivo non sempre funziona.

Sono passati circa vent’anni da quando si cominciò a capire qualcosa sugli effetti degli antiossidanti, notando che, la dieta mediterranea, ricca di prodotti che li contengono, riduceva la mortalità per eventi cardiovascolari e cancro, con una correlazione evidente fra i livelli plasmatici di antiossidanti e il rischio di ammalarsi. Si osservò inoltre che lo stress ossidativo può essere responsabile della comparsa di malattie cardiovascolari e tumori: da qui a pensare che i supplementi a base di antiossidanti fossero protettivi il passo è stato breve.

Sono quindi partite le sperimentazioni che potessero provarne l’efficacia, ma i risultati hanno disatteso le aspettative e  un trial fu addirittura interrotto proprio perché, chi prendeva carotenoidi, registrò un rischio di tumore al polmone del 18% più alto [1]rispetto a chi non li assumeva. Il messaggio, in fondo, è semplice: se carotenoidi e antiossidanti arrivano dalla dieta fanno senza dubbio bene, ma se si sceglie la via degli integratori l’effetto positivo non è per niente scontato.

LA VITAMINA “E”?

Nel 2001 uno studio clinico SELECT, aveva arruolato circa 35.000 uomini per verificare se l’assunzione di elevate dosi di vitamina E e/o di selenio, svolgesse un’azione protettiva nei confronti del tumore prostatico. I risultati ottenuti sono stati del tutto inattesi: essi infatti dimostravano che vitamina E e selenio, se assunti in quantitativi superiori alle dosi raccomandate, possono aumentare il rischio di cancro. E’ stato fatto un altro studio dove è emerso che la vitamina E potesse favorire sia l’azione di una superfamiglia di enzimi (CYP450), responsabile della trasformazione di sostanze pre-cancerogene in cancerogene finali, sia l’aumento dei livelli di radicali liberi nelle cellule prostatiche, facilitando in questo modo il danneggiamento del DNA cellulare.

Interroghiamoci quindi sull’ assumere integratori, di sicuro non sono la soluzione che ci può risolvere il problema. La nostra dieta mediterranea, quella vera però, è il più potente integratore che possiamo utilizzare.

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[1] Int J Cancer. 2010 Jul 1. Beta-carotene supplementation and cancer risk: a systematic review and metaanalysis of randomized controlled trials. Druesne-Pecollo N, Latino-Martel P, Norat T, Barrandon E, Bertrais S, Galan P, Hercberg S.

Mondul AM.Nicotine Tob Res. 2019 Jul 17. β-Carotene Supplementation and Lung Cancer Incidence in the Alpha-Tocopherol, Beta-Carotene Cancer Prevention Study: The Role of Tar and Nicotine. Middha P, Weinstein SJ, Männistö S, Albanes D.

 

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