Nel nostro organismo tutto è collegato: il sangue scorre trasportando nutrienti e fornendo energia, quello che mangiamo determina ciò che entra nel flusso sanguigno andando ad influenzare il buon funzionamento dei vari organi, fra cui il cervello. Il nutrimento è un processo complesso. La maggior parte degli alimenti viene scomposta in glucosio che, trasportato dal sangue, ci permette di compiere le nostre azioni quotidiane mantenendo il nostro cervello vigile e concentrato.
Hanno prevalentemente il compito di fornire energia e sono la nostra fonte privilegiata. Una volta assimilati vengono scissi in glucosio, e direttamente utilizzato come nutrimento dalle nostre cellule producendo pochissimi rifiuti tossici.
Tra questi, i cereali integrali costituiscono la migliore fonte di energia, e questo è in parte dovuto al fatto che il lungo processo di scissione delle catene di amidi complessi in glucosio, dà al corpo la possibilità di controbilanciare continuamente le sue razioni metaboliche. I cereali integrali, contengono anche molte altre sostanze tra cui, proteine, grassi, minerali e vitamine che aiutano a metabolizzare lo stesso amido.
Zucchero e/o cereali raffinati, fanno salire rapidamente il tasso di glucosio nel sangue (cibo ad alto indice glicemico), di conseguenza l’organismo libera subito una dose di insulina per permettere al glucosio di penetrare nelle cellule abbassando così il livello di glucosio nel sangue.
Alla secrezione di insulina si accompagna il rilascio di un’altra molecola detta IGF , che ha la proprietà di stimolare la crescita cellulare. Parallelamente, insulina e IGF, hanno in comune l’effetto di dare una sferzata ai fattori infiammatori:
“Livelli più elevati di glucosio sono stati associati ad una peggiore memoria, così come ad un ippocampo più piccolo e una struttura compromessa dell’ippocampo. I ricercatori hanno anche scoperto che i cambiamenti strutturali giustificano in parte il collegamento statistico tra il glucosio e la memoria. Secondo la co-autrice dello studio Agnes Flöel, neurologa della Charité, i risultati forniscono un’ulteriore prova che lo zucchero può contribuire direttamente all’atrofia ippocampale”.I risultati suggeriscono che, anche se non si è diabetici o resistenti all’insulina, il consumo di zucchero può comunque avere ripercussioni sul rendimento intellettuale.
Non sono da sottovalutare i grassi essenziali (es. Omega 3) che, purché consumati nella giusta quantità, svolgono un ruolo importante e positivo nel modulare lo stato d’animo, mentre i grassi saturi provenienti da cibi processati o altre proteine animali di cattiva qualità, hanno un effetto negativo sulle funzioni cognitive e sulla memoria; determinano un declino delle funzioni mentali (soprattutto negli anziani); assunti sin nei primi anni di vita, determinano alterazioni della memoria e della concentrazione in età adulta.
E’ importantissimo consumare verdura e frutta di stagione e del proprio territorio. Sono ricche di sostanze antiossidanti che svolgono un importante ruolo protettivo sulle funzioni cognitive.
L’OMS ha dichiarato che “un’alimentazione adeguata può aumentare i livelli di produttività del 20% in media”.
Alcuni accorgimenti da seguire:
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