Il Senato ha approvato la Legge sul biologico: cosa succede adesso?

E’ da poco stata approvata al Senato, e quasi all’unanimità, la legge sul biologico in Italia. Dobbiamo ancora aspettare che torni alla Camera per la terza lettura, avendo introdotto delle modifiche rispetto al testo in prima lettura, ma sembra che i giochi siano ormai fatti.

Nei punti inseriti nel decreto legge, che disciplina il biologico e il biodinamico, la tutela coinvolge e abbraccia attori e argomenti in ampia prospettiva, come la semplificazione amministrativa; disponibilità finanziaria per il sostegno alla ricerca e al suo sviluppo anche con campagne d’informazione istituzionale:

“La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione alimentare, basato sull’interazione tra le migliori prassi in materia di ambiente e azione per il clima e di salvaguardia delle risorse naturali e, grazie all’applicazione di norme rigorose di produzione, contribuisce alla qualità dei prodotti, alla sicurezza alimentare, al benessere degli animali, allo sviluppo rurale, alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, alla salvaguardia della biodiversità e al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’intensità delle emissioni di gas a effetto serra ..”

Nel testo licenziato dal Senato si conferma anche la volontà e la valorizzazione del marchio “Bio Made in Italy”, primi in Europa a realizzare questo progetto. Nel testo si parla anche di bio-distretti, argomento di vitale importanza per la creazione di relazioni sociali, per la valorizzazione del territorio e della comunità locale. Una squadra che si crea tra agricoltori e cittadini, così che, insieme, si possa collaborare alla tutela delle risorse ambientali, valorizzando una produzione pulita e tutelando il territorio dalle contaminazioni accidentali; questo significa che sarà l’agricoltura convenzionale a dover adottare pratiche necessarie alla difesa delle produzioni biologiche.

Le criticità del Biologico, da risolvere al più presto

Parlando di bio-distretti e di biologico, mi sembrava doveroso chiedere il parere a Lisa Paganelli, membro del nostro comitato scientifico, medico veterinario, a lei è stato assegnato l’encomio del premio europeo Innovazione promosso tra i 28 paesi dell’Unione Europea dal Comitato Donne del Copa-Cogeca, l’associazione delle organizzazioni agricole e cooperative dell’Unione Europea:

“L’imponete crescita del mercato biologico sta lentamente modificando la percezione che i consumatori hanno del prodotto bio: da prodotto essenzialmente legato all’agricoltura e alla vendita diretta, sta diventando prodotto a marchio di sostenibilità di grandi imprese. L’approvazione definitiva della legge sul biologico, diventa una grande opportunità per il sistema agricolo italiano di valorizzare le proprie produzioni agricole per dare un’identità ancora più forte con la creazione e valorizzazione di un marchio del bio made in Italy, essendo l’Italia leader del settore in Europa con 80 mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile nazionale. 

Il sistema deve evolvere per risolvere numerose criticità di funzionamento. Il biologico richiede un elevato livello di conoscenza sia da parte del consumatore che deve fare acquisti consapevoli, sia da parte del produttore che deve continuamente evolvere la propria attività verso processi “conservativi” della biodiversità e innovativi tramite la creazione di modelli sostenibili e replicabili, come i biodistretti.

Gli obiettivi strategici della PAC (Politica Agricola Comune) puntano notevolmente sulla tutela dell’ambiente, sull’equilibrio della distribuzione del potere nella filiera alimentare, sulla protezione della qualità dell’alimentazione e della salute e sulla tutela della biodiversità. Diventa quindi doveroso più che mai intraprendere questo percorso a sostegno delle aziende biologiche e biodinamiche per il nostro paese”. 

Biodinamico = antiscienza?

Una nota di polemica è nata dalla Senatrice Cattaneo, la quale, da sempre, si oppone al biologico, ma ancora di più all’agricoltura biodinamica, che considera una “pura follia esoterica” nonché totalmente antiscientifica.

Personalmente penso che davanti al grave danno ambientale che molti territori stanno vivendo per mano dell’agricoltura convenzionale con lo spargimento dei fanghi industriali, pesticidi e diserbanti, ben venga anche l’agricoltura biodinamica che decisamente non è inquinante, e in quanto al fatto di essere antiscientifica, forse un’apertura mentale sarebbe più che mai opportuna, e su questo argomento mi permetto di citare le parole di un medico di grande autorevolezza:

“ la scienza non democratica è la scienza che ignora le opinioni non scientifiche, che ignora le altre razionalità, perché di razionalità non ce n’è solo una. Allora questo tipo di scienza, che ignora le altre verità, è una scienza che io chiamo scientismo. Lo scientismo è per natura autoritario, ed è un modo di vedere al mondo esclusivamente attraverso le verità scientifiche della scienza, e non è interessato a conoscere la persona, non è interessato alle relazioni, non è interessato al punto di vista sociale,  non è interessato alla gente. L’evidenza scientifica usata in maniera autoritaria rischia di essere assolutamente anti scientifica cioè di produrre effetti paradossali”.  Ivan Cavicchi

Non c’è nessuna indecenza se la legge ha ampliato la visuale dando riconoscimento all’agricoltura biodinamica, per lo più regolamentata in Europa già dal 1991; molti giovani si stanno  muovendo sul territorio, non solo con la biodinamica, ma anche con pratiche innovative come la permacultura, ecc. e che danno alla Madre Terra non ne fanno.

Un doveroso ringraziamento quindi, va al lavoro che è stato fatto nel nostro parlamento, che ha visto mettere in accorto tutte le parti politiche su un argomento che è un grande punto di forza del nostro paese (ricordiamo che l’Italia è prima in Europa per la produzione biologica) venendo incontro anche alle  esigenze che stanno emergendo da un numero sempre più grande di cittadini attenti, ma ancora di più dai tantissimi giovani e donne che vogliono inserirsi nel mondo dell’agricoltura.

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