Quanti di voi usano l’aspartame per dolcificare perché credono faccia ingrassare meno dello zucchero normale? Ma soprattutto: quando ne sappiamo sui suoi effetti sul nostro organismo? Facciamo un po’ di chiarezza. L’aspartame è un edulcorante artificiale, autorizzato negli anni 80 per l’utilizzo alimentare da vari Stati europei. La sua fortuna è dovuta all’alto potere dolcificante (circa 200 volte più del comune zucchero) e al basso tenore calorico, per questo è stato largamente impiegato anche nei prodotti dietetici. Tuttavia, nonostante il parere favorevole dell’EFSA, Autorità Europea per la sicurezza alimentare, ribadito con la valutazione del rischio effettuata nel 2013, i dubbi su questo additivo restano. L’aspartame è cancerogeno? Ecco cosa dicono alcuni studi recenti e come sono regolamentati in Europa gli additivi alimentari.
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Prima che ne fosse autorizzato l’utilizzo, l’aspartame fu sottoposto a molte analisi, che non mostrarono effetti collaterali sull’uomo. Dalla metà degli anni Novanta, però, i dubbi su questo dolcificante tornarono più numerosi di prima: l’aspartame fa male? Potrebbe addirittura essere cancerogeno? Nel dicembre 2013 l’EFSA ha pubblicato la sua prima e completa valutazione del rischio associato all’aspartame, dopo un monitoraggio che era iniziato nel 2002. Le conclusioni del documento sono che sia l’aspartame, sia i suoi prodotti di degradazione, possono essere consumati da tutta la popolazione in generale, anche da neonati, bambini e donne in gravidanza, senza il rischio di effetti collaterali. L’EFSA ha inoltre stabilito una soglia giornaliera considerata sicura, fissata a 40 mg/kg di peso corporeo al giorno. Essa è al di sopra dell’attuale consumo medio di aspartame da parte dei cittadini europei e per superarla occorrerebbero, secondo Federchimica, 20 lattine di bibita gassata (per una persona di 60 kg).
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L’aspartame ha tuttavia una controindicazione nel caso di pazienti affetti da fenilchetonuria (PKU): essi, infatti, non possono assumere grandi quantità dell’aminoacido fenilalanina, presente nel dolcificante alternativo. Attualmente, quindi, non sono ancora emerse evidenze scientifiche sufficienti a richiedere un nuovo parere della massima autorità del campo in Europa, ma gli studi sull’aspartame continuano, per determinare se possano o meno esserci implicazioni negative nel loro consumo. Come sempre, la raccomandazione è di non eccedere e preferire, per quanto possibile, prodotti naturali, rivolgendosi al proprio medico o a uno specialista di fiducia per tutte le questioni che riguardano la propria salute, a partire dall’alimentazione.
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