Più tazzine di caffè non aumentano il rischio di cancro, ma cuore a rischio

Bere molto caffè, anche più tazzine al giorno, non aumenta il rischio di cancro ma incrementa quello per il cuore. E’ quanto emerge da due studi vasti australiani che hanno valutato il rapporto tra la quantità assunta quotidianamente e i dati genetici dei consumatori. La prima ricerca ha analizzato i dati di oltre 300 mila consumatori di caffè per capire se c’era una correlazione caffè-tumori. Lo studio del Queensland Institute of Medical Research, pubblicato sull’International Journal of Epidemiology, ha usato precedenti studi internazionali osservazionali e una tecnica a base genetica detta mendelian randomisation.

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Dall’analisi dei dati è emerso che bere caffè non comporta né rischi né benefici. “I dati genetici ci danno un indicatore molto più fermo sulla possibilità o meno che il consumo di caffè abbia impatto sul rischio di cancro”, scrive Stuart MacGregor, direttore del Gruppo di Statistica Genetica dell’Istituto. “Il ricorso a un approccio genetico per valutare se il caffè accresce il rischio di cancro è un approccio molto efficace e lo abbiamo usato per mostrare che in conclusione i livelli di rischio non cambiano bevendo caffè”. “Abbiamo concluso – sottolinea – che indipendentemente dai composti specifici che contiene, essenzialmente non c’è legame”. I caffè contiene sia composti biochimici potenzialmente cancerosi, sia anti-ossidanti che posso aiutare a prevenire il cancro, come è stato dimostrato con studi su animali. I benefici per la salute, oppure i rischi, sono da tempo oggetto di dibattiti accesi fra le comunità scientifiche e medici. Confermati invece i rischi per il cuore correlati ad un elevato consumo della bevanda. Secondo un’altra ricerca dell’Università del South Australia, pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, bere sei o più caffè ogni giorno può aumentare fino al 22% il rischio di malattie cardiache.

Oltre quel livello, infatti, l’eccesso di caffeina può causare ipertensione, condizione correlata alle patologie cardiache. Questo secondo studio si è basato sui dati relativi a circa 350 mila persone tra i 37 e i 73 anni, nelle quali è stata analizzata l’attività del gene coinvolto nel metabolismo della caffeina, chiamato Cyp1a2. Secondo le stime oltre tre miliardi di tazze di caffè vengono bevute ogni giorno in tutto il mondo. (Ansa)

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