Caffé (anche decaffeinato) e cioccolato aiutano cuore e metabolismo

Per tenersi svegli, per tirarsi su di morale, ma probabilmente anche per proteggere il cuore. Il caffè e il cioccolato, due alimenti amati da tantissime persone e ricercati anche per i gli effetti che hanno su veglia e umore (oltre che per gola), potrebbero far bene anche alla salute cardiovascolare. Nel lungo periodo, ad esempio, bere caffé, anche decaffeinato avrebbe dunque un effetto positivo.

Il tema della prevenzione cardiovascolare e del rapporto con l’alimentazione è uno degli argomenti affrontati durante le XXIX Giornate Cardiologiche Torinesi “Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology”, organizzate dal professor Fiorenzo Gaita, direttore della Cardiologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, e da Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino.

I benefici derivano dall’assunzione di quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, che riduce la mortalità cardiovascolare in follow up che vanno da 10 a 18 anni, fanno sapere gli organizzatori dell’evento.

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Effetti su metabolismo e cuore

“Esistono dati su oltre 10mila individui che rivelano che chi assume caffè, su lungo periodo, ha meno ansia, dorme meglio, non ha la pressione più alta rispetto a chi non lo beve. Uno studio francese che ha analizzato oltre 200mila persone, su un periodo di 8-10 anni, riferisce dati positivi sulla mortalità. I dati piemontesi confermano che chi beve caffè ha un umore migliore, meno ansia, riposa meglio, non ha pressione o colesterolo più alti”, aggiunge Marra.

Il merito andrebbe riconosciuto al chicco di caffè, dunque, e non alla caffeina: “Il chicco di caffè è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura”, continua lo specialista. E anche il cioccolato fondente all’85%-90% si rivelerebbe un alleato della salute del cuore, sebbene con effetti meno rilevanti di quelli del caffè.

L’effetto dell’assunzione di caffè su cuore e vasi è tuttora oggetto di ricerca e diversi studi hanno affrontato il tema. I suoi effetti sul metabolismo sono invece già noti, dallo stimolo sul sistema nervoso centrale a quello su fegato e reni. Un recente studio pubblicato su Circulation ha associato l’assunzione di caffè – fino a cinque tazzine al giorno – a una riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, neurologiche e anche per diabete di tipo 2. Anche in questo caso a spiegare questa relazione tra ridotta mortalità e caffè potrebbero essere i suoi componenti attivi che riducono l’insulino-resistenza e l’infiammazione sistemica, come spiega l’autore principale dello studo Ming Ding, ricercatore della T.H. Chan School of Public Health di Harvard, Boston. (Fonte)

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