Il quadro tracciato al convegno “Un futuro senza sigarette. La riduzione del danno tra consapevolezza e informazione” organizzato oggi a Roma da Anafe, non è dei migliori: in Italia i fumatori sono oltre 11 milioni. Il 65% ha provato a smettere senza riuscirci, ma solo lo 0,1% si rivolge ai centri antifumo. L’abitudine al fumo e’ responsabile di non meno di 70mila decessi l’anno.Non solo: il fumo ha un costo notevole per le casse dello Stato, pari a 6,5 miliardi di euro.
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“I fumatori sono 11 milioni, la politica deve prenderne atto – spiega Ignazio Abrignani, presidente intergruppo parlamentare per le sigarette elettroniche – per questo con alcuni colleghi abbiamo cercato di fare considerazioni su ciò che si può fare per la salute, cercare di capire esperienze come quella della sigaretta elettronica. Siamo stati i primi a chiedere che venissero incrementati gli studi sulla sigaretta elettronica.
Quello che è certo è che fa molto meno male del fumo di sigaretta tradizionale”.
“È la combustione la principale responsabile della tossicità delle sigarette – evidenzia Fabio Beatrice, direttore S.C.
Otorinolaringoiatria e Centro Antifumo dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino – i fumatori che non sono riusciti a smettere con i metodi tradizionali dovrebbero essere supportati ad utilizzare la sigaretta elettronica, che è del 95% meno tossica della sigaretta normale. D’altra parte, il vero interesse per l’ecig e i riscaldatori non riguarda esclusivamente un uso medicale nell’ambito del sostegno alla cessazione, ma più semplicemente un processo di sostituzione della sigaretta, con l’obiettivo ultimo di ridurre le malattie correlate al fumo e i decessi”. (Fonte)
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