Una grana molto sottile e un acceso colore verde sono le sue caratteristiche che saltano subito agli occhi. È il tè matcha, un tè verde in polvere proveniente dall’Oriente. La bevanda ha attirato l’attenzione di tanti ricercatori per indagare i suoi potenziali benefici. Come ricorda il National Center for Complementary and Integrative Health dell’Istituto nazionale di salute americano non possono però essere tratte delle conclusioni definitive sugli effetti benefici del tè verde. In ogni caso consumarlo in quantità moderate è generalmente sicuro.
Il tè matcha arriva dalla Cina con le sue origini che vengono fatte risalire al nono secolo, tuttavia sono stati i monaci buddisti giapponesi a scoprirne le proprietà. Il suo processo di lavorazione è particolare: il tè matcha è prodotto a partire da foglie di alta qualità, i tencha, cresciute all’ombra. Dopo la loro raccolta manuale vengono trattate al vapore per proteggerle dall’ossidazione e quindi per mantenere le sue qualità organolettiche. Dopo di che vengono macinate con delle pietre di granito fino a ottenere una polvere molto fina. (…)
Quali benefici?
Diversi studi hanno cercato di approfondire gli effetti del consumo di matcha sulle prestazioni cognitive. L’istituto americano ricorda come il tè verde rinforzi la lucidità mentale come ci si aspetterebbe visto il suo contenuto di caffeina. Oltre alla caffeina sono state la L-teanina e l’epigallocatechina gallato ad attirare l’attenzione dei ricercatori su questi aspetti. Un recente articolo apparso su Food Research International ha concluso che il tè matcha potrebbe migliorare ma di poco l’attenzione e la memoria. Un’altra ricerca pubblicata su Current Pharmaceutical Design fa notare invece come la L-teanina e la caffeina potrebbero avere dei ruoli confliggenti, con la prima che smorzerebbe l’effetto eccitante della seconda. La L-teanina avrebbe dunque un effetto rilassante. Un’altra sostanza contenuta nel matcha, la teofillina, potrebbe aiutare invece ad aumentare le energie a disposizione, mentre la clorofilla stimolerebbe i meccanismi di depurazione. (FONTE)
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