“L’adesione a un modello alimentare di tipo mediterraneo è associata a una riduzione del rischio e della mortalità per ictus, per il più alto livello di adesione alla dieta la riduzione del rischio è del 30%”. Lo ha detto Paolo Orlandoni, segretario della Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo (Sinuc), intervenendo al secondo congresso nazionale Sinuc in corso a Firenze.
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Per dieta mediterranea, ha spiegato, s’intende “un modello alimentare ricco di frutta, verdura e legumi, cereali non raffinati, moderate quantità di pesce, latticini e frutta a guscio, olio extravergine d’oliva come principale fonte di grasso, poca carne rossa e un moderato consumo di vino ai pasti”. Nel caso poi di pazienti colpiti da ictus, ha sottolineato il professor Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc, “il supporto nutrizionale nella fase acuta è funzionale a stabilire l’esistenza di uno stato di malnutrizione precedente o a prevenirla, a scongiurare squilibri elettrolitici e a evitare carenze di specifici minerali o vitamine”. “La malnutrizione – ha affermato ancora – è direttamente correlata ad un esito peggiore a sei mesi dall’evento. In questi casi sono possibili diversi livelli di intervento: con diete adattate alla capacità di deglutire del paziente, con bevande e alimenti cosiddetti a consistenza modificata o attraverso la nutrizione artificiale tramite sondino naso gastrico o con alimentazione peg, sigla che indica la gastrostomia endoscopica percutanea”. Secondo i dati diffusi dalla Sinuc, circa il 60% degli over 65 risulta malnutrito al momento del ricovero in ospedale. (Fonte)
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