Una nuova biopsia liquida, con triplice beneficio, potrebbe portare a un trattamento innovativo per il tumore della prostata avanzato. Dei ricercatori dell’Institute of Cancer Research di Londra (Regno Unito) hanno messo a punto un esame del sangue in grado di individuare i pazienti con maggiori probabilità di rispondere all’azione di un farmaco che ha come bersaglio particolari variazioni genetiche del tumore.
Il test, oltre a questo, permetterebbe anche di capire se la terapia sta funzionando o meno e di monitorare lo sviluppo della resistenza a questi farmaci da parte del carcinoma. I ricercatori hanno condotto il test su 49 pazienti. Il farmaco impiegato è in grado di eliminare le cellule tumorali che contengono degli errori in alcuni geni coinvolti nella riparazione del DNA, come il BRCA 1 e il BRCA 2. Per alcuni pazienti la terapia è efficace per anni, per altri, invece, il trattamento o fallisce subito o deve “scontrarsi” con la resistenza sviluppata dal tumore.
Guardando al DNA tumorale nel sangue, i ricercatori hanno visto che i pazienti che rispondevano alla terapia presentavano un calo dei suoi livelli di circa il 50%; mentre questi aumentavano di circa il 2% nei pazienti refrattari. A questi effetti era associata anche una diversa sopravvivenza, maggiore nei primi.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cancer Discovery. Nelle intenzioni dei suoi autori il test potrebbe indirizzare questo nuovo trattamento in maniera più efficace, riducendo gli effetti collaterali ed evitando l’utilizzo di farmaci inefficaci previsti dalla terapia per il carcinoma prostatico avanzato. “Il test potrebbe essere adattato per ricorrere alla medicina di precisione anche in pazienti con altri tipi di tumore”, sottolinea uno dei ricercatori, il professor Johann de Bono. (Fonte)
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