Scovato un nuovo possibile bersaglio per la cura dei disturbi della tiroide. A identificarlo in uno studio pubblicato su EMBO Molecular Medicine è stato un gruppo di ricercatori coordinato da Gou Young Koh, direttore del Centro per la Ricerca Vascolare dell’Institute for Basic Science di Daejeon (Corea del Sud).
Le ricerche si sono concentrate su una patologia della tiroide, il morbo di Graves, in cui viene prodotta una quantità eccessiva di ormoni tiroidei e i vasi sanguigni associati alla ghiandola diventano più densi. “Studi precedenti dimostrano che le anomalie nella ghiandola tiroidea e nella vascolatura circostante sono interconnesse – spiega Koh – Noi volevamo comprendere come ciò accade, a livello molecolare”. Grazie a esperimenti condotti su modelli animali i ricercatori hanno scoperto che è la produzione di un fattore di crescita endoteliale (Vegf-A) necessario per la formazione di nuovi vasi sanguigni attorno alla tiroide e per regolare gli scambi ormonali tra questi vasi e la ghiandola, stimolata dall’ormone tireotropina, a causare l’ingrossamento della tiroide associato alla malattia; inoltre lo stesso fattore di crescita porta all’aumento dell’espressione del suo recettore (Vegfr2) sulla parete dei capillari.
Bloccando questi recettori, Koh e colleghi sono riusciti ad inibire l’ingrossamento della tiroide e a interrompere le modificazioni della vascolatura. “I nostri risultati – spiega Koh – identificano il blocco di Vefgr2 come nuova strada terapeutica per bersagliare le malattie della tiroide associate alla tireotropina”. (Fonte)
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