L’uso prolungato di chinino off-label, ancora prescritto in caso di crampi muscolari nonostante gli avvisi della Food and Drug Administration americana sui possibili effetti avversi, è associato a un aumento del rischio di morte secondo uno studio francese pubblicato su ‘Jama’. Pur ammettendo i limiti del lavoro, Laurence Fardet e colleghi dell’università Paris Est Creteil mettono in guardia sui pericoli di dosi di principio attivo superiori a 100 milligrammi al giorno. L’equivalente, per esempio, del consumo quotidiano di più di un litro di bevande che contengono chinino.
I ricercatori hanno utilizzato dati ricavati da un database britannico, considerando come ‘gruppo esposto’ pazienti adulti che dal gennaio 1990 al dicembre 2014 hanno ricevuto nuove prescrizioni di sali di chinino a un dosaggio medio di almeno 100 mg/die, per il trattamento di crampi muscolari idiopatici – cioè non riconducibili a una causa specifica – o della cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo.
Lo studio ha riguardato oltre 175mila persone, con un follow-up mediano di 5,7 anni. Nel gruppo esposto sono state registrate 11.598 morti (4,2 per 100 anni-persona), in quello non esposto 26.753 (3,2 per 100 anni-persona). L’aumento del rischio di morte è risultato circa 3 volte superiore negli under 50, e maggiore con un’esposizione a dosi di chinino più alte di 200 mg/die. “I benefici del chinino nella riduzione dei crampi dovrebbero essere bilanciati contro i rischi”, scrivono gli autori. (FONTE)
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