Per la prima volta in Italia oltre mille morti in meno per cancro

Per la prima volta diminuiscono in Italia i decessi per tumore1.134 morti in meno registrate nel 2013 (176.217) rispetto al 2012 (177.351). Passi in avanti, evidenziati dagli ultimi dati Istat, dovuti a “migliore adesione ai programmi di screening, efficacia delle campagne di prevenzione e nuove armi”. E soprattutto “all’oncologia di precisione che determina una vera e propria rivoluzione del modo di pensare il cancro: l’obiettivo è individuare le singolarità genetiche dei diversi tipi di tumore per impostare la cura in rapporto alle esigenze di ogni paziente”, spiega l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che questa mattina ha presentato i dati in un convegno sull’oncologia di precisione al ministero della salute a Roma.

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“Oggi sappiamo che non esiste il tumore ma i tumori e che la malattia si sviluppa e progredisce diversamente in ogni persona – afferma Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – Perché il paziente possa ricevere una terapia di precisione sono necessarie una diagnosi accurata e una definizione del profilo molecolare della malattia con test specifici da eseguire in laboratori di qualità”.

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Ma non solo: “L’oncologia di precisione cambia anche il concetto di appropriatezza, diventa cioè necessario verificare se il paziente riceva il test molecolare e la terapia indicati. In questo modo si possono ottenere risparmi notevoli per il sistema evitando trattamenti inutili e le conseguenti tossicità per i pazienti”, aggiunge Pinto.

Oggi, spiegano gli esperti, terapie mirate sono disponibili per alcuni dei tumori più frequenti, come colon-retto, seno, polmone e stomaco. “All’identificazione di un fattore molecolare con ruolo predittivo deve far seguito una terapia mirata”, sottolinea Paola Queirolo, responsabile del Disease management team Melanoma e Tumori cutanei all’Irccs San Martino Ist di Genova.

In questo senso un caso “esemplare” è quello del melanoma che registra ogni anno in Italia quasi 14 mila nuovi casi: “In questo tumore – spiega – funzionano trattamenti a bersaglio molecolare che agiscono su specifiche alterazioni a carico del Dna della cellula tumorale. Circa il 50% dei pazienti presenta la mutazione del gene Braf-V600. Prima dell’arrivo di queste armi innovative, la sopravvivenza media in stadio metastatico era di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a un anno del 75%”. (Fonte)

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