L’influenza batte in ritirata e, seppure solo nella scorsa settimana abbia allettato ben 458mila italiani, ha ormai superato il picco epidemico. Tuttavia, continuano ad aumentare le forme gravi e complicate, che hanno portato fino ad oggi alla morte di ben 19 anziani. Mentre sono stati oltre 3,4 milioni gli italiani colpiti dall’inizio della stagione.
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Secondo il nuovo rapporto epidemiologico InfluNet, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella settimana dal 16 al 22 gennaio, è diminuito il numero di casi di influenza: è stato pari a 7,55 per mille assistiti, a fronte degli 8,59 della scorsa settimana. In tutte le Regioni italiane è in corso il periodo epidemico e le più colpite sono Val d’Aosta e PA di Trento e Sardegna. La fascia di età pediatrica è quella in cui il virus circola più facilmente: nell’ultima settimana, tra i bambini sotto i cinque anni l’incidenza è stata di 19,27 casi per mille assistiti e si è osservato un aumento del numero dei casi dopo la riapertura delle scuole. Tutte anziane, invece, le vittime. Il Monitoraggio dell’andamento delle forme gravi e complicate di influenza riportato dal rapporto FluNews, dall’inizio della stagione, segnala 96 casi gravi. Di questi, quelli deceduti sono finora 19, quattro dei quali nell’ultima settimana, colpiti in particolare dal virus A/H3N2. Il 94% dei casi gravi e il 100% dei decessi presentava almeno una patologia cronica pre-esistente come malattie cardiovascolari (70%), respiratorie croniche (62%), diabete (46%) e obesità (17%).
Dopo aver “superato il picco stagionale in anticipo rispetto agli anni precedenti”, l’influenza continua a colpire, non solo in Italia, ma in molti altri Paesi del mondo, soprattutto in Asia orientale e nel resto d’Europa. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dal 26 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, il virus A (H3N2) resta quello predominante e la maggior parte dei virus circolanti è simile a quelli contenuti nei vaccini per la stagione 2016-2017. In Europa, conferma l’Oms, l’attività influenzale è stata elevata, e “le persone di età superiore ai 65 anni sono state quelle più frequentemente associate a forme gravi di infezione. In particolare, secondo il rapporto Flu News Europa, l’incidenza registrata risulta molto elevata in Albania, media in Francia, Svizzera e Irlanda, relativamente bassa in Italia. In Nord America, l’attività influenzale ha continuato ad aumentare, così come in Asia. Nel sud-est asiatico, così come nei paesi dell’America centrale e meridionale, è rimasta invece bassa. (Ansa)
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