Dalla alghe potrebbe arrivare un’arma ‘bio’ contro la demenza senile. Sono in grado, infatti, di agire sul sistema nervoso. A confermare questa tesi è uno studio condotto da Giovanni Scapagnini, professore associato di Biochimica clinica alla facoltà di Medicina dell’Università degli studi del Molise, presentato nei giorni scorsi in occasione di un convegno scientifico promosso dal Centro studi dell’azienda Guam.
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Secondo le ricerche di Scapagnini, le alghe hanno un ruolo primario nella stimolazione dei processi cognitivi e della memoria, tema sempre più importante alla luce dell’aumento di patologie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Le alghe rosse contengono l’omotaurina, un amminoacido modificato che ha un’estrema efficacia nella protezione del sistema nervoso centrale, tanto da essere utilizzata in sperimentazioni cliniche, praticamente come un farmaco, nella gestione dei disturbi cognitivi dei pazienti malati di Alzheimer. “La scommessa della ricerca è trasferire questo vantaggio della gestione delle funzioni cognitive – sottolinea lo studio – anche alle persone che non hanno ancora la malattia, in un’ottica di prevenzione da avviare molto prima dei 60-65 anni, quando la malattia dà i suoi primi segnali, a salvaguardia della ‘centralina’ del nostro organismo, il cervello”.
(Fonte)
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